domenica 16 febbraio ore 18.00
lunedì 17 febbraio ore 9.40 e ore 11.15
Cassepipe / Eventeatro
HANSEL & GRETEL
testo e regia Vincenzo Manna
con Cristina Fusco, Matteo Guma, Giulia Pelliciari, Cosimo Ricciolino
costumi e trucco Laura Rhi Sausi
oggetti di scena Vincenzo Manna e Eventeatro
suono e luci Cassepipe/Eventeatro
foto Simone Memè
grafica e disegni Alessandra Franciosini
video Mario Raoli
organizzazione e distribuzione Daniele Muratore
produzione Florian-Teatro Stabile di Innovazione
Premio Scenario Infanzia 2010
Miglior Spettacolo – Festival Internazionale dei Mondi 2012
dai 6 anni
“Nessun racconto narra di sé stessi e dell’universale insieme così come la fiaba. […] Il valore della fiaba sta nell’essere non solo un genere letterario, ma anche un lavoro d’arte, il cui significato profondo è un simbolo universale che acquisisce sempre sensi nuovi, per il bambino e per l’adulto, nei diversi momenti della vita.” Bruno Bettelheim
Hansel e Gretel è una delle fiabe più raccontate di tutti i tempi. Chi non ha mai sentito parlare della casa di marzapane? Chi non sa dell’espediente delle molliche lasciate cadere a terra per ritrovare la strada di casa? Ma è anche una di quelle fiabe che non ci stanchiamo mai di ascoltare, una di quelle storie che trovano sempre qualche elemento di contatto con la realtà presente e con la vita del lettore/spettatore di ogni epoca. Chi non si è mai perso? Il perdersi, l’improvvisa solitudine, il sentirsi abbandonato sono sentimenti che tutti noi proviamo quotidianamente, adulti e bambini. E chi di noi, nelle difficoltà più dolorose, non avrebbe voluto ritornare a casa, al sicuro, seguendo delle molliche di pane lasciate preventivamente per terra? Ma la vita, si sa, come la storia di Hansel e Gretel, non è mai così semplice. Quando pensiamo di aver trovato la soluzione, di essercela cavata, ecco l’imprevisto: le molliche non ci sono più, siamo soli, persi nel bosco. E nessuno viene a salvarci. La fame ci aggredisce. Stiamo per cedere allo sconforto ma, alla fine, andiamo avanti, non demordiamo, ostinati a sopravvivere. E allora iniziamo a vagare senza meta, in posti così spaventosi come mai avremmo immaginato, sempre più stanchi e vicini al cedimento ma con la consolazione, se siamo fortunati, di avere qualcuno vicino, una sorella o un fratello, che condivide le nostre paure e le nostre sofferenze. Il più animale istinto di conservazione e la fame sono i motori che fanno camminare Hansel e Gretel sempre più nel fitto del bosco. Ma che fame è la loro? Sicuramente fame vera e propria, fisica, di cibo. Ma, volendo fare un piccolo salto, possiamo dire che la loro è, forse soprattutto, fame di “vita”, anche nel senso di relazioni umane, sentimenti, affetto. Questo è, secondo noi, il punto chiave della fiaba. L’abbandono di cui sono vittime Hansel e Gretel, dovuto alla povertà, è un gesto estremo ed assolutamente esemplare. A noi non interessa fare della matrigna l’unica colpevole, il capro espiatorio. L’abbandono di cui sono vittime Hansel e Gretel nasce dall’inevitabilità, dalla necessità di due genitori che, alle prese con le difficoltà della vita, rinunciano al proprio ruolo di padre e madre perché non possono fare altrimenti. La rinuncia alla famiglia che racconta la fiaba di Hansel e Gretel, è così tremendamente attuale che sarebbe un errore gravissimo non porre l’accento su questo aspetto. E nessuno viene in aiuto di Hansel e Gretel, del padre e della madre, nessun re, nessun dio, sono soli, genitori e figli, ognuno alle prese con le difficoltà della propria vita, proprio come gli spettatori/lettori di oggi. E la strega/cannibale? La strega è la personificazione del male, dell’ombra che è in ognuno di noi. È, per certi versi, l’umano “andato definitivamente a male”. Anche lei ha fame, ma la sua fame è arrivata a livelli parossistici, ha perso ogni connotato naturale e sentimentale: a lei non importa più cosa o chi mangia, la strega è diventata l’atto stesso del mangiare. Con la sua casa di marzapane, la sua illusione colorata di soddisfazione immediata di ogni bisogno, di cibo facile e delizioso, illude e stordisce Hansel e Gretel, mistificando la realtà solo per uccidere e fagocitare. Quanta similitudine con gli aspetti più deleteri della società consumistica! Ma non tutto è perduto: Hansel e Gretel riescono a uccidere la strega e a scappare. Da soli, maschio e femmina, ognuno con i suoi pregi e i suoi difetti, riescono a sopravvivere. È la loro intelligenza che li salva, la loro astuzia, l’amore e la solidarietà reciproci. (senza dimenticare una buona dose di fortuna!). Come a dire: anche se siamo solo in due, anche se ci hanno abbandonati, anche se siamo storditi dalla fame tanto da sognare una casa di marzapane che non esiste, con un po’ di perspicacia e di fortuna ce la possiamo ancora fare. Non è ancora tutto perduto.
Cassepipe ed Eventeatro raccontano una storia cruda e di grande suggestione, coinvolgendo lo spettatore in un gioco emotivo avvincente: paura, rabbia, tristezza, gioia, attesa, speranza, sorpresa… Il tutto raccontato con una messa in scena semplice e agile, dove la fa da padrone l’azione e l’interpretazione degli attori, la magia evocativa della musica e dell’mmagine, la poesia di oggetti quotidiani che si animano e creano un mondo unico, un mondo crudele e magico così lontano da noi ma, allo stesso tempo, così vicino.
Cassepipe è una compagnia indipendente che nasce nel 2008 e riunisce un regista/drammaturgo e una decina di attori diplomati all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. E’ una compagnia che si inserisce nel solco della tradizione teatrale italiana ed europea del teatro di regia e di drammaturgia e che cerca di ripensare il fatto teatrale in un continuo confronto tra passato e presente, tra memoria e nuova progettualità, tra artigianalità delle varie componenti del linguaggio teatrale e la costante ricerca di nuovi linguaggi visivi, metaforici e d’azione.
Vincenzo Manna laureato in Stilistica, Metrica e Retorica (2004), si diploma in regia all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” (2008). È regista e drammaturgo. Tra i suoi lavori: La porta (2008); Tre monologhi senza lieto fine (2008); L’ultima cena (2009); Elisa Cruz (2009); La trilogia della città di K. Il grande quaderno (2009); Fari nella nebbia (2009); Cani (2010); On Winnie (2010); Ferdina’! (2010); Hansel e Gretel (2010); PEAU! (2012). Nel 2008 fonda la compagnia teatrale indipendente Cassepipe. Fari nella nebbia vince la menzione speciale della giuria al 50° Premio Riccione (2009). Riceve al 53° Festival dei due Mondi di Spoleto (2010) il Premio SIAE come miglior giovane autore teatrale italiano. Hansel e Gretel vince il Premio Scenario Infanzia 2010. Cani è inserito nell’antologia New writing Italia. Dieci pezzi non facili di teatro (2011.Editoria&Spettacolo)
Eventeatro
Il gruppo Eventeatro nasce nel 2009 dall’incontro di quattro allieve dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, diplomatesi nel 2008. Tre attrici (Elisa Gallucci, Maria Grazia Laurini e Gaia Termopoli) e una drammaturga (Maria Teresa Berardelli, vincitrice del Premio Tondelli 2009). L’assenza di una figura registica all’interno del gruppo, offre ogni volta possibilità di nuovi confronti con registi/attori diversi e la sperimentazione costante di nuovi linguaggi. Eventeatro debutta nel febbraio 2010 all’interno della rassegna LET Liberi esperimenti teatrali, presso il Teatro Cometa Off di Roma, con “Studio per un teatro clinico”, per la regia di Lydia Biondi. Il testo inedito di Maria Teresa Berardelli è vincitore del premio Fersen VI edizione. Attualmente la compagnia è impegnata in due nuovi progetti: “Il paese delle ombre” di Maria Teresa Berardelli, per la regia di Antonio Tintis e “Lisistrata” di Aristofane, adattamento e regia di Marcella Favilla.
www.hanselegretel.org
www.cassepipecompagnia.org/